18 dicembre 2012

Una favola a 6 mani: la corazza di seta.



 Salve a tutti,
anche se è tardi son qui un po' rimbambita dalla stanchezza ma col sonno tolto dal solito trambusto di certi strafottenti nel condominio.
Quindi ne approfitto in attesa che la palpebra cali irrimediabilmente per regalare quale pensierino di Natale a voi che mi seguite, una fiaba scritta con alcune amiche blogger... ringraziando Lylybets/Tiziana per avermi proposto questa partecipazione e Monica l'altra blogger amica in questo percorso.
E vi ricordo che fra due giorni scade il Giralibro di Natale... per lasciare un commento cliccate qui:
http://amichescrittrici.blogspot.it/2012/12/giralibro-di-natale.html 
                                                                               
Introduzione

La corazza di seta è il primo racconto breve scritto da tre blogger e dedicato all'importanza di ogni incontro, reale o virtuale che sia, come opportunità di crescita e di arricchimento personale per la nostra anima. Buona lettura, Tiziana.

                                                                    
La corazza di seta

Nell'argento di quelle notti serene d'estate, quando la luna brilla come un diamante ed il cielo sembra un telo di velluto, nasceva una farfalla di nome Lia. Così l'avevano battezzata gli animali del bosco la prima volta che l'avevano vista sbattere le ali con grazia su un colorato fiore di campo.  
Una vita lunga come una brevissima estate e un mondo intero da scoprire. Quante decisioni da prendere anche se sei una semplice farfalla! Da dove cominciare a “sentire” il mondo, per portartene nel cuore tutta la bellezza? Dalle piccole scoperte di quello che ci circonda, o puntare alle stelle e cercare di raggiungerle? La scelta più semplice e quella, insieme, più tagliente è lasciare scorrere il tempo senza strappare i fogli del calendario. Nessuna decisione, vivendo nell'indecisione, senza voltarsi mai indietro evitando così  di ascoltare il severo giudizio del tempo.Una farfalla, forse, dovrebbe vivere intensamente ogni attimo a sua disposizione e non fermarsi mai, nemmeno un'ora, a riposare. Così tanti pensieri affollavano la testa di Lia, rapita a riflettere, mentre le altre farfalle si separavano veloci nell'aria, fino a perdersi lontane, sempre più stanche e sole. Lia, invece, aveva scelto la sua casa in mezzo ai girasoli e all'edera, proprio dove era nata. Si premurava di conoscere gli animali che vivevano intorno, donando loro ascolto e amicizia. La piccola, infatti, aveva sogni nobili ed ambiziosi: voleva amare ogni attimo della sua vita, chiunque ogni nuovo giorno le ponesse incontro nel suo cammino e nutrirsi del loro amore come fosse nettare. Ogni animale, in fondo, si rivelava come un lontano e misterioso angolo del mondo. Il grillo, così frettoloso e scorbutico, era un amico così caro nelle notti d'estate: seduto su un filo d'erba le raccontava tante fantastiche avventure, come quella volta che si era bruciato le zampe saltando per ore su una distesa di sabbia rovente e brillante come l'oro. Lia poteva quasi sentire le ali arse da quella calura e sciupate per la fatica, immaginando di volare sopra questo Paese.           
E le sorprese non finivano mai: anche le vipere, che di solito gli animali osservavano con disgusto, potevano commuovere chi le osservava quando dalle uova appena schiuse un piccolo faceva a tempo a guardare il mondo, per abbandonarlo subito dopo. Provare commozione per chi, a prima vista, desta solo ribrezzo è un'emozione unica, che stravolge quanto pensavi possibile e razionale.                               
Tutti hanno un cuore ed un'anima, ma spesso è  molto difficile guardarvi dentro.

Durante una delle sue passeggiate svolazzando nel bosco, la farfalla Lia incontrò un insetto con otto lunghe zampe e l'aria poco rassicurante. Nonostante la prima brutta impressione Lia tentò di parlargli amichevolmente, ma la reazione del ragno Buck – così si chiamava quell'insetto diffidente e scontroso, come Lia avrebbe scoperto poco dopo – fu tutt'altro che amichevole. Il tenebroso insetto la cacciò via in malo modo, accusandola di avere invaso la sua zona e minacciandola di intrappolarla nella sua tela mortale. E  per darle una prova di quel che sapeva fare, nemmeno terminata la frase, le lanciò contro un filo della sua tela, ad una velocità e con una precisione tali che ottenne esattamente il suo scopo. La farfalla Lia, infatti, riuscì a sfuggire a quella trappola fredda e setosa solo per un soffio.                                 
Dopo un primo istante di sbigottimento, cominciò a volare sbattendo le ali con tutta la forza che aveva, di modo da scappare il più velocemente possibile da quel mostro. Durante quella fuga nel cuore della piccola Lia si scontravano, come in un vortice, sensazioni diverse: spavento e sbigottimento, stupore e curiosità, ma anche rabbia verso se stessa che aveva suscitato una simile reazione in un altro essere.

“Cosa ho sbagliato?” si chiedeva la povera Lia. Gli altri insetti avevano cercato di rassicurarla spiegandole che il ragno Buck era proprio scontroso ed aggressivo con tutti e lei non aveva fatto nulla di male; le raccomandarono, invece, di tenersi alla larga da quell'insetto, perché avrebbe potuto essere davvero molto pericoloso. Ma quel ricordo rimaneva indelebile nel tempo, si nutriva della curiosità di Lia e cresceva velocemente: quali mai potevano essere le ragioni dietro quell'atteggiamento ostile, quali fatti nefasti lo avevano spinto a diventare così crudele e spietato verso il mondo, da incattivirlo al punto da preferire un'arrogante solitudine ad una vita ricca di amore?                                            
Il cuore di Lia era tormentato da questi pensieri e non si dava più pace. Lia voleva capire. Forse Buck aveva indossato una maschera per tanto tempo e questa maschera era diventata ormai un muro che lo allontanava da tutti. Lia sentiva che, nonostante tutto, quel losco insetto meritava di essere tirato fuori dalla sua corazza.

Un pomeriggio assolato volando svogliata da un fiore all’altro Lia sentì provenire dal basso un borbottio che le sembrò familiare. E così, posandosi su una rosa bianca come le sue belle ali, scorse il ragno Buck che parlava da solo, convinto di non essere osservato da nessuno : “Quanto vorrei che foste ancora qui con me!” diceva malinconico mentre guardava qualcosa sul palmo della sua zampa.                                                 
Lia, per cercare di osservare l'oggetto che suscitava tanta commozione in quell'animale così rude si alzò silenziosamente in un breve volo e si avvicinò velocemente. Ma, proprio nell’attimo in cui scorse il ritaglio di una vecchia foto, il ragno Buck le stava già scagliando contro centinaia di fili di viscida ragnatela. Si era infatti accorto di lei dalla sua ombra in volo. Stavolta riuscì ad afferrarle una zampina e un’antenna e Lia fu costretta ad arrendersi e si lasciò tirare giù, a terra. Pur tremando per la paura la piccola non riusciva a liberarsi dall'immagine di due piccoli ragni che aveva avuto modo di scorgere nella foto di Buck. “No, ti prego, non ti ho fatto nulla, non volevo spiarti… ti prego lasciami libera e non mi vedrai mai più nei tuoi dintorni!”.    
Ma le suppliche di Lia non ricevettero attenzioni o risposta. Sentì tutte e otto le zampe del ragno che la cingevano per prenderla di peso. Si sentì appoggiata di nuovo ma non a terra, bensì su fili di paglia.           
Buck sembrava senza controllo, urlava ed imprecava contro Lia, colpevole di avere violato la sua intimità. In quei momenti l'esile farfalla, stretta fino quasi a soffocare, prese a sussurrare frasi che il ragno non riusciva a capire.            
Le erano tornati in mente i racconti della nonna Flora ed in particolare uno che narrava di cuori che si armano di un guscio di difesa in cui chiudersi ogni volta che esperienze dolorose ravvivano il ricordo di una memorabile delusione e sofferenza. Questi cuori, senza mai lasciarsi alle spalle il passato, avrebbero lasciato inspessire quel guscio al punto da farlo divenire impenetrabile.     
 Avrebbero vissuto nell'illusione di essere i più forti e furbi, di avere impedito al prossimo di ferirli ancora. Invece sarebbero stati solo animi deboli, che chiudendosi alle esperienze, rischiavano di arrivare alla morte senza aver elevato la loro anima. E quanto dolore in chi poi, pur decidendo di tornare indietro sui propri passi, infatti, era costretto ad accettare che era troppo tardi per trovare la via d’uscita desiderata.

Improvvisamente Lia fissò intensamente il ragno Buck e gli chiese di liberarla per un attimo, promettendogli che non sarebbe scappata ed avrebbe affrontato la morte con coraggio. Il ragno Buck sembrava disorientato da quell'atteggiamento fiero e sereno, anche se non la smetteva di minacciarla.    
Nel frattempo intorno a loro si erano radunati, ormai, tutti gli animali del bosco e la commozione per la povera Lia si diffondeva velocemente nell'aria.    
Nessuno dei presenti pensava che il ragno avrebbe ascoltato la preghiera della piccola amica e tutti tremavano al pensiero di come l'avrebbe giustiziata. E, quando il ragno si avvicinò a Lia e le sferrò un velocissimo colpo vicino al petto, un urlo violento di paura si levò intorno, seguito da tanta meraviglia nel vedere Lia liberata da quei fili insidiosi.

Lia continuava a fissare il ragno con fermezza e dolcezza, gli si avvicinò e lo afferrò con forza stringendolo in un abbraccio. Il ragno era come pietrificato. Lia gli sussurrò qualche parola ed il ragno scoppiò in un pianto disperato :- Non è stata una tua colpa, perdonati per quello che è successo ai tuoi cari. Meriti di vivere nella gioia !-     
Quelle parole erano come lance scagliate nel cuore di quell'animale così tenebroso, Lia continuava a ripeterle come in una magica cantilena. E, dopo lunghi minuti di gelo, come per magia il ragno ricambiò l'abbraccio e sul suo viso comparve una luce chiara dove c'era disperazione.         
I suoi occhi, prima tenebrosi e duri, ora apparivano incredibilmente luminosi e sereni. Da quel momento il ragno Buck decise di abbandonare la sua corazza, di lasciarsi il passato alle spalle e di aprirsi nuovamente alla vita. E la vita, da quel giorno, prese a donargli amicizia sincera, amore e tanta pace. Si era liberato, infatti, di quelle catene che lo allontanavano dal suo bene, quel bene che pensava nel profondo di non meritare. Un semplice gesto di amore aveva creato in lui il miracolo della trasformazione.

C'è chi si riveste di una corazza che, pur di seta, nasconde un animo forte e temerario, mentre altri si coprono di ferro ed bastoni contro il mondo solo per proteggersi da chi è in grado di leggere la loro debolezza. Queste sono scoperte che si rivelano lungo il corso della vita, come doni lasciati sul nostro sentiero, a spiegare tanti dubbi e mettere in dubbio le nostre certezze. Il cuore di Lia era un cuore molto saggio che, dal primo giorno della sua esistenza, era andato alla ricerca continua di sorrisi, cercando nel confronto con il prossimo la propria evoluzione. 
Come il baco di una farfalla, pian piano s'avvolge di un filo fino a rivestirsi di una corazza di seta che un giorno bucherà da se per rinascere trasformato ed arricchito. Questi cuori che, da ogni esperienza fatta, avranno tratto una nota di colore e di conoscenza troveranno facilmente le scale per il cielo. E, giunti alla sua fine, non dovranno nemmeno bussare a quella meravigliosa porta, colata di oro ed arricchita da una pesante maniglia luccicante, perché per loro sarà rimasta socchiusa.
Autrici:




Data di creazione: 15 Dicembre 2012.

 

4 commenti:

Lufantasygioie ha detto...

avete fatto davvero un bel lavoro,non è mica facile scrivere un racconto a più teste!
baci

lilybets ha detto...

Grazie di avere aderito a questo progetto,vero,e' difficile mettere insieme tre personalita' diversa,ma ci si riesce e viene fuori qualcosa di speciale!

lella ha detto...

Bello! Ma ora son qui per augurarti con affetto *☆☆☆*”BUON NATALE !!!”*☆☆☆*

RobbyRoby ha detto...

ciao bravissime.

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