Salve a tutti,
anche se è tardi son qui un po' rimbambita dalla stanchezza ma col sonno tolto dal solito trambusto di certi strafottenti nel condominio.
Quindi ne approfitto in attesa che la palpebra cali irrimediabilmente per regalare quale pensierino di Natale a voi che mi seguite, una fiaba scritta con alcune amiche blogger... ringraziando Lylybets/Tiziana per avermi proposto questa partecipazione e Monica l'altra blogger amica in questo percorso.
E vi ricordo che fra due giorni scade il Giralibro di Natale... per lasciare un commento cliccate qui:
http://amichescrittrici.blogspot.it/2012/12/giralibro-di-natale.html
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Introduzione
La corazza di seta è il primo racconto breve scritto da tre blogger
e dedicato all'importanza di ogni incontro, reale o virtuale che sia, come
opportunità di crescita e di arricchimento personale per la nostra anima. Buona lettura, Tiziana.
La corazza di seta
Nell'argento di quelle notti serene d'estate, quando la luna
brilla come un diamante ed il cielo sembra un telo di velluto, nasceva una
farfalla di nome Lia. Così l'avevano battezzata gli animali del bosco la prima
volta che l'avevano vista sbattere le ali con grazia su un colorato fiore di
campo.
Una vita lunga come una brevissima estate e un mondo intero da scoprire.
Quante decisioni da prendere anche se sei una semplice farfalla! Da dove
cominciare a “sentire” il mondo, per portartene nel cuore tutta la bellezza?
Dalle piccole scoperte di quello che ci circonda, o puntare alle stelle e
cercare di raggiungerle? La scelta più semplice e quella, insieme, più
tagliente è lasciare scorrere il tempo senza strappare i fogli del calendario.
Nessuna decisione, vivendo nell'indecisione, senza voltarsi mai indietro
evitando così di ascoltare il severo
giudizio del tempo.Una farfalla, forse, dovrebbe vivere intensamente ogni attimo a sua
disposizione e non fermarsi mai, nemmeno un'ora, a riposare. Così tanti
pensieri affollavano la testa di Lia, rapita a riflettere, mentre le altre
farfalle si separavano veloci nell'aria, fino a perdersi lontane, sempre più
stanche e sole. Lia, invece, aveva scelto la sua casa in mezzo ai girasoli e
all'edera, proprio dove era nata. Si premurava di conoscere gli animali che
vivevano intorno, donando loro ascolto e amicizia. La piccola, infatti, aveva
sogni nobili ed ambiziosi: voleva amare ogni attimo della sua vita, chiunque
ogni nuovo giorno le ponesse incontro nel suo cammino e nutrirsi del loro amore
come fosse nettare. Ogni animale, in fondo, si rivelava come un lontano e
misterioso angolo del mondo. Il grillo, così frettoloso e scorbutico, era un
amico così caro nelle notti d'estate: seduto su un filo d'erba le raccontava
tante fantastiche avventure, come quella volta che si era bruciato le zampe
saltando per ore su una distesa di sabbia rovente e brillante come l'oro. Lia
poteva quasi sentire le ali arse da quella calura e sciupate per la fatica,
immaginando di volare sopra questo Paese.
E le sorprese non finivano mai: anche
le vipere, che di solito gli animali osservavano con disgusto, potevano
commuovere chi le osservava quando dalle uova appena schiuse un piccolo faceva
a tempo a guardare il mondo, per abbandonarlo subito dopo. Provare commozione
per chi, a prima vista, desta solo ribrezzo è un'emozione unica, che stravolge
quanto pensavi possibile e razionale.
Tutti hanno un cuore ed un'anima, ma spesso è molto difficile guardarvi dentro.
Durante una delle sue passeggiate svolazzando nel bosco, la
farfalla Lia incontrò un insetto con otto lunghe zampe e l'aria poco rassicurante.
Nonostante la prima brutta impressione Lia tentò di parlargli amichevolmente,
ma la reazione del ragno Buck – così si chiamava quell'insetto diffidente e
scontroso, come Lia avrebbe scoperto poco dopo – fu tutt'altro che amichevole. Il
tenebroso insetto la cacciò via in malo modo, accusandola di avere invaso la
sua zona e minacciandola di intrappolarla nella sua tela mortale. E per darle una prova di quel che sapeva fare,
nemmeno terminata la frase, le lanciò contro un filo della sua tela, ad una
velocità e con una precisione tali che ottenne esattamente il suo scopo. La farfalla
Lia, infatti, riuscì a sfuggire a quella trappola fredda e setosa solo per un
soffio.
Dopo un primo istante di sbigottimento, cominciò a volare sbattendo le
ali con tutta la forza che aveva, di modo da scappare il più velocemente
possibile da quel mostro. Durante quella fuga nel cuore della piccola Lia si scontravano,
come in un vortice, sensazioni diverse: spavento e sbigottimento, stupore e
curiosità, ma anche rabbia verso se stessa che aveva suscitato una simile reazione
in un altro essere.
“Cosa ho sbagliato?” si chiedeva la povera Lia. Gli altri
insetti avevano cercato di rassicurarla spiegandole che il ragno Buck era proprio
scontroso ed aggressivo con tutti e lei non aveva fatto nulla di male; le raccomandarono,
invece, di tenersi alla larga da quell'insetto, perché avrebbe potuto essere
davvero molto pericoloso. Ma quel ricordo rimaneva indelebile nel tempo, si
nutriva della curiosità di Lia e cresceva velocemente: quali mai potevano
essere le ragioni dietro quell'atteggiamento ostile, quali fatti nefasti lo avevano
spinto a diventare così crudele e spietato verso il mondo, da incattivirlo al
punto da preferire un'arrogante solitudine ad una vita ricca di amore?
Il
cuore di Lia era tormentato da questi pensieri e non si dava più pace. Lia voleva
capire. Forse Buck aveva indossato una maschera per tanto tempo e questa maschera
era diventata ormai un muro che lo allontanava da tutti. Lia sentiva che, nonostante
tutto, quel losco insetto meritava di essere tirato fuori dalla sua corazza.
Un pomeriggio assolato volando svogliata da un fiore all’altro
Lia sentì provenire dal basso un borbottio che le sembrò familiare. E così,
posandosi su una rosa bianca come le sue belle ali, scorse il ragno Buck che
parlava da solo, convinto di non essere osservato da nessuno : “Quanto vorrei
che foste ancora qui con me!” diceva malinconico mentre guardava qualcosa sul
palmo della sua zampa.
Lia,
per cercare di osservare l'oggetto che suscitava tanta commozione in
quell'animale così rude si alzò silenziosamente in un breve volo e si avvicinò velocemente.
Ma, proprio nell’attimo in cui scorse il ritaglio di una vecchia foto, il ragno
Buck le stava già scagliando contro centinaia di fili di viscida ragnatela. Si era infatti accorto di lei dalla sua ombra
in volo. Stavolta riuscì ad afferrarle una zampina e un’antenna e Lia fu costretta
ad arrendersi e si lasciò tirare giù, a terra. Pur
tremando per la paura la piccola non riusciva a liberarsi dall'immagine di due
piccoli ragni che aveva avuto modo di scorgere nella foto di Buck. “No, ti
prego, non ti ho fatto nulla, non volevo spiarti… ti prego lasciami libera e
non mi vedrai mai più nei tuoi dintorni!”.
Ma le
suppliche di Lia non ricevettero attenzioni o risposta. Sentì tutte e otto le
zampe del ragno che la cingevano per prenderla di peso. Si sentì appoggiata di nuovo
ma non a terra, bensì su fili di paglia.
Buck sembrava senza controllo, urlava ed
imprecava contro Lia, colpevole di avere violato la sua intimità. In quei
momenti l'esile farfalla, stretta fino quasi a soffocare, prese a sussurrare
frasi che il ragno non riusciva a capire.
Le erano tornati in mente i racconti della
nonna Flora ed in particolare uno che narrava di cuori che si armano di un guscio
di difesa in cui chiudersi ogni volta che esperienze dolorose ravvivano il ricordo
di una memorabile delusione e sofferenza. Questi cuori, senza mai lasciarsi
alle spalle il passato, avrebbero lasciato inspessire quel guscio al punto da
farlo divenire impenetrabile.
Avrebbero
vissuto nell'illusione di essere i più forti e furbi, di avere impedito al
prossimo di ferirli ancora. Invece sarebbero stati solo animi deboli, che
chiudendosi alle esperienze, rischiavano di arrivare alla morte senza aver
elevato la loro anima. E quanto dolore in chi poi, pur decidendo di tornare
indietro sui propri passi, infatti, era costretto ad accettare che era troppo
tardi per trovare la via d’uscita desiderata.
Improvvisamente Lia fissò intensamente il ragno Buck e gli
chiese di liberarla per un attimo, promettendogli che non sarebbe scappata ed avrebbe
affrontato la morte con coraggio. Il ragno Buck sembrava disorientato da quell'atteggiamento
fiero e sereno, anche se non la smetteva di minacciarla.
Nel frattempo
intorno a loro si erano radunati, ormai, tutti gli animali del bosco e la commozione
per la povera Lia si diffondeva velocemente nell'aria.
Nessuno dei presenti pensava che il ragno avrebbe
ascoltato la preghiera della piccola amica e tutti tremavano al pensiero di
come l'avrebbe giustiziata. E, quando il ragno si avvicinò a Lia e le sferrò un
velocissimo colpo vicino al petto, un urlo violento di paura si levò intorno,
seguito da tanta meraviglia nel vedere Lia liberata da quei fili insidiosi.
Lia continuava a fissare il ragno con fermezza e dolcezza,
gli si avvicinò e lo afferrò con forza stringendolo in un abbraccio. Il ragno
era come pietrificato. Lia gli sussurrò qualche parola ed il ragno scoppiò in
un pianto disperato :- Non è stata una tua colpa, perdonati per quello che è
successo ai tuoi cari. Meriti di vivere nella gioia !-
Quelle parole erano come lance scagliate nel
cuore di quell'animale così tenebroso, Lia continuava a ripeterle come in una
magica cantilena. E, dopo lunghi minuti di gelo, come per magia il ragno
ricambiò l'abbraccio e sul suo viso comparve una luce chiara dove c'era
disperazione.
I suoi occhi, prima tenebrosi e duri, ora apparivano incredibilmente
luminosi e sereni. Da quel momento il ragno Buck decise di abbandonare la sua
corazza, di lasciarsi il passato alle spalle e di aprirsi nuovamente alla vita.
E la vita, da quel giorno, prese a donargli amicizia sincera, amore e tanta
pace. Si era liberato, infatti, di quelle catene che lo allontanavano dal suo
bene, quel bene che pensava nel profondo di non meritare. Un semplice gesto di
amore aveva creato in lui il miracolo della trasformazione.
C'è chi si riveste di una corazza che, pur di seta, nasconde
un animo forte e temerario, mentre altri si coprono di ferro ed bastoni contro
il mondo solo per proteggersi da chi è in grado di leggere la loro debolezza.
Queste sono scoperte che si rivelano lungo il corso della vita, come doni lasciati
sul nostro sentiero, a spiegare tanti dubbi e mettere in dubbio le nostre
certezze. Il cuore di Lia era un cuore molto saggio che, dal primo giorno della
sua esistenza, era andato alla ricerca continua di sorrisi, cercando nel
confronto con il prossimo la propria evoluzione.
Come
il baco di una farfalla, pian piano s'avvolge di un filo fino a rivestirsi di
una corazza di seta che un giorno bucherà da se per rinascere trasformato ed
arricchito. Questi cuori che, da ogni esperienza fatta, avranno tratto una nota
di colore e di conoscenza troveranno facilmente le scale per il cielo. E,
giunti alla sua fine, non dovranno nemmeno bussare a quella meravigliosa porta,
colata di oro ed arricchita da una pesante maniglia luccicante, perché per loro
sarà rimasta socchiusa.
Autrici:
Stefania http://lalunadistefylu.blogspot.com
Data di creazione: 15 Dicembre 2012.
4 commenti:
avete fatto davvero un bel lavoro,non è mica facile scrivere un racconto a più teste!
baci
Grazie di avere aderito a questo progetto,vero,e' difficile mettere insieme tre personalita' diversa,ma ci si riesce e viene fuori qualcosa di speciale!
Bello! Ma ora son qui per augurarti con affetto *☆☆☆*”BUON NATALE !!!”*☆☆☆*
ciao bravissime.
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